sabato 26 marzo 2011

Magra da Morire



Magra,Magra da Morire.


E’ così che voleva diventare, perché in fondo, sperava che gli altri, in questo modo, l’avrebbero iniziata a notare, l’avrebbero finalmente considerata, l’avrebbero osservata e forse, le avrebbero voluto bene. Questa era una faccia della medaglia, quella che lei non ammetteva, l’altra, invece, era che si detestava, lei, quel suo corpo, non sopportava il fatto di doversi guardare allo specchio vedendo quei pochi, troppi, chili in più.
Negli ultimi tempi aveva iniziato a detestarsi, non ne sapeva il motivo, o forse, non lo voleva solo ammettere. Era sola, anche i suoi pochi sogni ormai l’avevano lasciata in bilico sulla soglia della follia.
Sin da piccola avrebbe voluto diventare una modella, guardava da sempre le sfilate di moda con gli occhi illuminati, ogni volta la stessa emozione, la stessa sensazione di felicità, la stessa che ora era svanita nell’oscurità. Tutte quelle modelle, “divine” diceva, magre, magrissime, e belle, ad ogni sfilata osservava con un senso di ammirazione ed odio quei loro corpi perfetti, quasi irreali, ed a ogni sfilata voleva essere come loro, ogni volta, sempre di più.
Sapeva bene che non sarebbe mai diventata una modella, Mai. Ma ci sperava,da sempre, ci sperava ed implorava Dio o chi per lui, di realizzare l’unico vero sogno che aveva avuto sin da piccola. In fondo, lei ai sogni non ci sapeva rinunciare. Era grazie a quei sogni che fino ad allora era riuscita a cavarsela nella cruda realtà quotidiana, ogni giorno camminava assieme a loro, mano nella mano, si sentiva protetta, sentiva di potercela fare.
Ogni volta che si metteva a dieta c’era sempre qualcosa che, puntualmente, la ostacolava: a volte la famiglia, poi gli amici, altre volte le delusioni in amore, ricominciando a sfogare tutta la sua rabbia sul cibo, anche se dopo un po’ se ne pentiva.
Questa volta era diverso, aveva iniziato e voleva finire. Questa volta però non sarebbe stata solo una semplice dieta, questa volta era qualcosa di più.
Voleva sentire la fame, voleva sentirsi tremare per la sofferenza e voleva imparare a domare quella sensazione che ogni volta la riportava la cibo, lei che era la ragazza più dolce sulla faccia della terra si stava trasformando in una stronza senza cuore, senza emozioni, senza anima.
Questa volta avrebbe deciso lei, avrebbe preso in mano le redini del gioco e avrebbe giocato, ma la verità era che neanche lei sapeva il prezzo che c’era da pagare per quel gioco così assurdo che le aveva tolto tutto l’amore che aveva da dare.
Aveva iniziato così quello stupido gioco, ad odiare il cibo, riuscendoci.
Aveva memorizzato le calorie dei singoli ingredienti, aveva imparato a calcolare tutte le calorie avrebbe dovuto ingerire per reggersi in piedi il giorno dopo.
A pranzo per non destare sospetti mangiava pochissimo di quello che la madre le preparava dicendo che non aveva fame, a cena solo insalata scondita. Sapeva comunque che con questo “metodo” non sarebbe cambiato niente, così dopo una settimana smise completamente di mangiare a pranzo. Il sabato e la domenica approfittò del fatto che entrambi i genitori erano a lavoro per digiunare tutto il giorno, senza neanche rendersi conto che stava sprofondando nel nulla.
Tutti le dicevano che era in forma,che ora era più bella, che doveva smettere di fare quella dieta, che se avesse continuato le conseguenze di quel suo comportamento infantile l’avrebbero portata a gravi conseguenze; ma a lei non importava delle conseguenze, non aveva niente da perdere, niente. Voleva essere magra, la più magra tra le ragazze che conosceva, voleva essere magra da morire.

C’era qualcosa in lei, un dolore, un vuoto, una sofferenza troppo profonda per essere capita, che nessuno voleva capire, vedere, sentire, che lei decise di nascondere, soffocare, uccidendo se stessa. Ora quella sofferenza si sarebbe vista benissimo nei suoi occhi se qualcuno avesse avuto anche solo il coraggio di guardarla per un attimo senza giudicarla.

Non aveva una grande considerazione di se stessa, si vedeva sola, senza amici, senza amore, senza futuro, ma forte, in grado di farcela da sola, e questo le bastava più di ogni altra consolazione, sapeva di essere utile ma non indispensabile per gli altri.
Voleva solo essere magra, magra da morire e non avrebbe cambiato idea per nessun motivo al mondo, era troppo tardi ormai...


Sara Singh

martedì 22 marzo 2011

I reali fini della GUERRA



Cosa succederà in futuro?

A questa domanda sono state date numerevoli risposte, ma solo una ci ha convinto pienamente.
Ho sentito dire che scoppierà una terza guerra mondiale,
ho sentito che non vi saranno alcune conseguenze,
ma la verità è un'altra che, forse, non sapremo mai!
Tutto lascia pensare che ci sia un fine più profondo.
Come l'Afghanistan e l'Iraq, la Libia ha molte risorse primarie, tra le quali spiccano il petrolio e i gas naturali. Come in quegli stati, anche la Libia sta diventando oggetto di interesse per molti paesi europei e non solo.
Sappiamo già che i cinque stati principali nella lotta contro Gheddafi sono: Francia, Italia, USA, Canada e Gran Bretagna.
Pensiamo che questi stati,una volta finita la guerra, ridurranno la Libia come un piattino pieno di caramelle.


Ognuno ne prenderà una manciata e, coloro che si saranno imposti con più fermezza, ne prenderanno una dozzina.



Nessuno in futuro penserà a tutti i morti causati da questa guerra, ai feriti, a coloro che hanno perso tutto e che non hanno mai affermato la loro LIBERTA'.
Saremo il primo stato a subirne le conseguenze, anzi, già le stiamo subendo. Basti pensare a Lampedusa, assediata da cinquantamila emigranti in cerca di libertà e di un futuro più roseo. Non scorderanno mai da dove sono venuti e soprattutto quello che il loro paese subirà.
Quindi, come si può parlare di libertà dal momento che il loro paese, finita la guerra,sarà di nuovo "comandato" da nuovi stati?

Karl Kraus diceva:"Le guerre cominciano perché i diplomatici raccontano bugie ai giornalisti e poi credono a quello che leggono".



Cristiano Baldassarre
Mauro Ghionna

domenica 20 marzo 2011

Momenti per essere ITALIANI



Come sappiamo i rapporti tra Italia e Libia sono stati molto movimentati negli ultimi anni.
Il nostro presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, aveva stretto un’amicizia con il presidente libico Gheddafi,riuscendo a trovare un accordo per il problema d'immigrazione.
Ora però molte cose sono cambiate.
L’Italia è uno dei paesi che affronterà il problema che si è venuto a creare in questi giorni. Gheddafi è arrivato a fare minacce all’Italia, considerandola traditrice e annullando l’accordo sull’immigrazione. Adesso, quindi, ci si aspetterà una migrazione di massa sull’asse Libia-Italia.
E' proprio su questo argomento che in terra italiana sono nate voci discordi sul quel che si deve fare, accogliere o no gli immigrati. Il centro-destra reputa giusto essere a fianco degli alleati, mentre l'opposizione, pur essendo a favore reputa un po’ tardiva questa decisione. La Lega Nord invece è risultata,fin dai primi giorni, contraria ad un intervento militare, approvando la scelta presa dal cancelliere tedesco Merkel di non prendere parte all’intervento.
Oramai i giochi sono fatti.
Abbiamo preso una posizione importante e non si può tornare indietro.
La speranza del nostro paese,come anche quella di tutti gli altri, è che non si sparga sangue innocente.
La paura che vagheggia nell’aria è quella di una terza guerra mondiale perché, come si sa bene, il mondo arabo è un grande punto interrogativo. Non si sa le mosse che farà non si sa come considererà questo intervento,se un intervento di pace o un’invasione.
Tutto rimane nel dubbio, nell’incerto,la speranza è quella che questa vicenda finisca presto.
Se tutto dovesse andare storto noi saremo il primo paese a pagare le conseguenze della nostra scelta.
Lampedusa, l’isola italiana nel Mediterraneo, ha paura.
Ha paura sia di essere completamente occupata da immigrati libici, sia di un intervento militare, poiché molto vicino al Nord Africa.

Adesso staremo a vedere cosa succederà,adesso pregheremo che si risolverà tutto per il meglio,adesso essere italiani conta di più!


Mauro Ghionna